martedì 1 ottobre 2013

LETTERA A PAPA FRANCESCO IN VISITA AD ASSISI


Pubblichiamo di seguito la lettera aperta a Papa Francesco, scritta dai Promotori della Marcia della Dignità in nome dei tanti uomini e delle tante donne che la crisi economica, sociale e morale sta gettando nella disperazione.
Una delegazione del Comitato Promotore della Marcia  consegnerà brevi manu al Papa questa lettera, in occasione della Sua visita pastorale in Assisi, venerdì 4 ottobre.

«In caso di estrema necessità tutte le cose sono comuni. Per cui a colui che soffre una tale necessità è lecito sottrarre all'altro ciò che serve al suo sostentamento, se non trovi chi glielo voglia dare spontaneamente» 
Tommaso D'Aquino, Summa Theologiae
Sua Santità Papa Francesco,

Noi, promotori della Marcia della Dignità, Le scriviamo questa lettera, in coro, affinché possa comprendere ciò da cui siamo animati.
Parliamo in nome dei tanti uomini e delle tante donne che la crisi economica, sociale e morale sta gettando nella disperazione.
La nostra non è più vita, è un calvario. Chiudono e delocalizzano le nostre fabbriche, ci mettono in cassa integrazione e ci licenziano, ci obbligano a chiudere le nostre piccole imprese mentre le banche ed  Equitalia ci portano via la casa.
Facciamo mille sacrifici per far studiare i nostri figli, che poi sono costretti ad emigrare per potersi creare un futuro migliore.
Stiamo perdendo quei diritti basilari che con lotte dure i nostri nonni si sono conquistati.
Molti di noi hanno perso la speranza. Hanno deciso di togliersi la vita, il bene più prezioso, vergognandosi della propria indignitosa condizione.
I governi non fanno che procedere sulla via dell’austerità. “Ce lo chiede l’Europa”, rispondono.

Papa Francesco, a Lei scriviamo perché sa bene che la situazione è gravissima.
Con coraggio Lei ha fatto visita  ai lavoratori ormai disoccupati, ai detenuti, agli immigrati, agli ultimi della società, cui si è dichiarato vicino, e per i quali ha avuto parole di conforto.
Lei sa, lo ha detto, che le sofferenze di oggi sono la conseguenza di un sistema economico che ha al centro un idolo, un nuovo dio, il Denaro, all’altare del quale i potenti della terra, politici, uomini d’affari, banchieri, capi di stato, sacrificano i loro popoli.

Con Lei denunciamo a voce alta questo sistema ingiusto, che ha reso schiave le coscienze, passivi e sfiduciati gli uomini e le donne del Suo gregge.

Lei ha detto che bisogna lottare per il lavoro, perché dove non c’è lavoro non c’è Dignità.

Sostenga con le Sue preghiere e le Sue parole noi che non ci siamo arresi, noi che vogliamo cambiare questa società, noi che a testa alta marceremo il 9 novembre, in questa Terra di San Francesco,  per dimostrare che non abbiamo né paura né vergogna.
 
Papa Francesco, noi vogliamo un sistema giusto, che permetta a tutti di andare avanti senza umiliazioni.

La crisi economica, etica, spirituale ed umana dei nostri giorni, ci insegna che dobbiamo lottare tutti uniti. Parli anche ai nostri politici, dica loro che se occupano il posto che occupano è per governare e servire gli italiani, e se non sono in grado di garantire il benessere del loro popolo, allora lascino ad altri i loro scranni.

Lei ha parlato di solidarietà, si è scagliato contro il vano assistenzialismo e contro quelli che sfruttano i più deboli per la loro vanità personale.

Lei che sta affrontando con coraggio gli scandali che affliggono la Chiesa, Lei che sta dando battaglia per riportarla all’umiltà di un tempo prendendo ad esempio il poverello di Assisi, ci dia forza poiché anche noi stiamo lottando per fare pulizia a casa nostra, per dare al nostro paese un futuro degno di essere vissuto.

I cittadini umbri promotori della Marcia della Dignità


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