giovedì 1 dicembre 2016

SU LA TESTA!

Su la testa! 
«Quando è troppo è troppo, e c'è sempre un momento in cui la montagna delle menzogne del potere genera una risposta popolare all'altezza della situazione. Questa risposta ci sarà il 4 dicembre. E quanto maggiore sarà il vantaggio del NO, tanto più forte sarà la scossa ad un sistema politico marcio e da rovesciare».

Come da copione, l'ultima settimana sarà quella delle più pittoresche drammatizzazioni. Il fronte del sì è nel panico, e l'aiutino dei boss della finanza internazionale batte sempre sullo stesso chiodo: quello della "stabilità". Già che ci sono perché non invocano apertamente la dittatura? In fondo, tra le varie forme possibili, è quella che (almeno nel breve periodo) garantisce maggiormente la stabilità dei sistemi politici... Ma loro, è chiaro, vorrebbero una "dittatura democratica", cioè ben mascherata da un rito elettorale talmente "democratico" da essere deciso a priori dagli organi dell'oligarchia finanziaria. Giochino che però non sempre riesce, come la Brexit insegna.
Ieri, di nuovo, è toccato al Financial Times rilanciare la campagna di paura. Il tema scelto è quello delle banche, che in Italia andrebbero al fallimento... con la vittoria del NO al referendum.

Questo tentativo di calpestare l'intelligenza delle persone è quanto di più offensivo si possa immaginare. Il sistema bancario italiano è sull'orlo di un clamoroso crac? Sarà mica a causa di una recessione/stagnazione di cui non si vede la fine? Non dipenderà per caso da quella moneta unica che ha imposto l'austerità e la regola del bail in? E non avrà forse qualcosa a che fare con la cieca politica mercatista del duo Renzi-Padoan? Ma no, è tutta colpa del referendum! 

Da un certo punto di vista verrebbe da dire: bene, se è così, allora è tutta colpa di Renzi, dato che non ci sarebbe stato referendum se non ci fosse stata la sua controriforma...

Ora, capire che con la crisi bancaria il referendum c'entri quanto i cavoli a merenda è roba da ragazzi.  Lasciamo dunque perdere e concentriamoci invece su quella che ha da essere la risposta del fronte del NO al vasto campionario di menzogne che caratterizza quest'ultima fase della campagna elettorale. In particolare la risposta ai discorsi incentrati sulla paura del dopo 4 dicembre. Sullo specifico del "terrorismo bancario" e sulla situazione politica del dopo referendum ho già scritto QUI e QUI e non c'è altro da aggiungere. C'è invece da dire qualcosa sull'atteggiamento da tenere in questi giorni.

Bene, a mio modesto parere, la risposta da dare al Bomba ed ai suoi sponsor è semplice e si può condensare in tre parole: Su la testa.

Su la testa, come hanno già fatto i greci con l'OXI del 5 luglio 2015 (anche se poi tradito da Tsipras) e gli elettori della Gran Bretagna nel giugno scorso. Ora la testa la dovranno alzare gli italiani, sconfiggendo una paura che è ormai diventata l'unica arma dei potenti. Noi, quello che possiamo fare, è invitare esplicitamente alla rivolta contro la prepotenza di costoro. 


Su la testa dunque contro l'azione intimidatoria messa in campo dai media del sistema. 
Su la testa contro la pretesa dei cosiddetti "mercati" di decidere loro l'esito di una consultazione elettorale. 
Su la testa contro la presunzione di un governo che si ritiene insostituibile. 
Su la testa contro l'occupazione renziana h24 dei mezzi di informazione. 
Su la testa contro l'imbroglio di un quesito referendario che grida vendetta. 
Su la testa contro un governo che si gioca pure il futuro del sistema bancario pur di rimanere aggrappato al potere. 
Su la testa per costruire un primo tassello dell'alternativa.

Quando è troppo è troppo, e c'è sempre un momento in cui la montagna delle menzogne del potere genera una risposta popolare all'altezza della situazione. Questa risposta ci sarà il 4 dicembre. E quanto maggiore sarà il vantaggio del NO, tanto più forte sarà la scossa ad un sistema politico marcio e da rovesciare. 
Su la testa! 
Leonardo Mazzei

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